Quando si utilizzano sensori di pressione dotati di un circuito di corrente, a causa della loro struttura può verificarsi un autoriscaldamento. Il calore si genera quando la corrente elettrica scorre attraverso un conduttore elettrico o un semiconduttore. L’effetto della formazione del calore si basa sulla legge di Joule. La tensione è quindi dovuta alla resistenza elettrica del conduttore. L’intero conduttore elettrico è influenzato dall’aumento della temperatura. Il calore che si genera è chiamato anche “effetto Joule”.

Una ricerca della STS su questo tema ha dimostrato che l’autoriscaldamento può portare a variazioni di accuratezza nelle misurazioni. L’entità della variazione dipende dalle caratteristiche del sensore in questione, così come dagli specifici ambienti e condizioni dell’applicazione. 

Nelle aree di applicazione in cui la pressione viene esercitata rapidamente sull’intero intervallo di pressione del sensore, può verificarsi un errore massimo dello < 0,1% del fondo scala. In genere questo errore di misurazione scompare dopo 2 minuti, a seconda del design del sensore. Con un’immissione di energia e un aumento della temperatura costanti e uniformi si raggiunge uno stato di equilibrio. Il calore emesso, infatti, eguaglia la potenza elettrica assorbita.

Tuttavia, per evitare imprecisioni di misure temporanee, la STS raccomanda quanto segue: 

  • Ridurre la tensione di alimentazione da 24 V a 12 V, in quanto una tensione più bassa comporta anche un ingresso di potenza minore.
  • Aumentare la resistenza del carico (il carico).
  • Passare a sensori con un’uscita di tensione. 

I vantaggi nel seguire questi consigli sono evidenti. Riducendo l’ingresso della potenza si ottengono subito risultati più accurati, cosicché sia l’efficienza che l’affidabilità dell’intero processo di misura possono essere migliorati. Eliminando le imprecisioni di misura temporanee si può utilizzare anche la misurazione dinamica precisa e affidabile. Per qualsiasi domanda o problema saremo lieti di aiutarti.