La compatibilità elettromagnetica (EMC, dall’inglese Electromagnetic Compatibility) sta ad indicare la funzionalità di uno strumento elettronico, in un campo elettromagnetico senza interferenze e non deve influenzare a sua volta l’ambiente stesso. Stiamo parlando, dunque, dell’effetto delle interferenze sui dispositivi elettronici. I fenomeni EMC possono avere effetti negativi anche sul funzionamento dei trasmettitori di pressione. Essere a conoscenza di questi fenomeni è importante durante l’installazione per poter escludere già in anticipo le interferenze.

Bisogna sempre tener conto dei fenomeni EMC quando si sceglie il luogo per l’installazione, laddove sono presenti dispositivi elettronici di qualsiasi tipo, soprattutto quelli con un elevato consumo energetico. Giusto per fare qualche esempio, si tratta di convertitori di frequenza, trasformatori di tensione, pompe e generatori. 

In generale, le normative EMC sono fissati in vari standard. Questi sono solitamente indicati anche nelle schede tecniche dei produttori, spesso sotto il paragrafo “Certificazioni”. Pertanto, controllando la scheda tecnica, gli utenti possono assicurarsi che un trasmettitore di pressione sia conforme agli standard previsti per la loro specifica applicazione (per esempio conforme alla norma EN 61000). 

Fenomeni EMC associati ai trasmettitori di pressione 

Idealmente, i problemi tipici sono esclusi già durante la pianificazione dell’installazione. In seguito, le interferenze elettromagnetiche si riconoscono dal fatto che i risultati misurati non corrispondono alle aspettative (controllo di plausibilità) o dal fatto che la trasmissione del segnale (temporaneamente) si interrompe. 

In base alla nostra esperienza, per la maggior parte delle interferenze si tratta di uno dei tre fenomeni EMC descritti brevemente di seguito: accoppiamento capacitivo, accoppiamento induttivo o accoppiamento galvanico. 

Accoppiamento capacitivo 

L’accoppiamento capacitivo si verifica quando i conduttori elettrici con potenziali elettrici diversi e un conduttore di riferimento comune vengono posti fisicamente l’uno vicino all’altro (da millimetri a centimetri). È, quindi, un fenomeno che dipende dalla distanza in cui può aver luogo una trasmissione di carica elettrica. 

Nel caso dei trasmettitori di pressione analogici, l’accoppiamento capacitivo falsa i risultati se misurati nel momento dell’interferenza. Il risultato misurato viene trasmesso attraverso un segnale elettronico. Se si verifica un accoppiamento capacitivo, questo segnale di uscita viene falsato e l’utente riceve un valore della pressione sbagliato. 

Accoppiamento induttivo 

Quando i conduttori elettrici sono posti fisicamente l’uno verso l’altro, i rispettivi campi magnetici si sovrappongono. La potenza del campo magnetico di un conduttore cambia quando si verifica una variazione di corrente. Un esempio tipico potrebbe essere l’accensione di una pompa. In questi casi la regola è: maggiore è la corrente, maggiore è la potenza del campo magnetico. L’improvvisa variazione del campo magnetico si esprime in una tensione di interferenza nei conduttori elettrici vicini. Questo fenomeno può verificarsi insieme all’accoppiamento capacitivo. I conseguenti errori di misurazione sono simili a quelli già spiegati per l’accoppiamento capacitivo. 

Accoppiamento galvanico

Quando più circuiti sono collegati l’uno con l’altro o utilizzano lo stesso conduttore, può verificarsi un accoppiamento galvanico. In pratica accade quando dispositivi con alto e basso consumo di corrente condividono la stessa rete elettrica. Le variazioni di corrente nel dispositivo con maggiore consumo energetico possono causare una caduta di tensione nel conduttore comune, venendo accoppiate come segnale di interferenza nel circuito del dispositivo con minore consumo energetico. Nei trasmettitori di pressione analogici questo può portare a errori di misurazione. Negli strumenti di misura digitali, invece, il fenomeno è praticamente inesistente.